Radiodervish in concerto @ Corigliano d’Otranto, Lu Mbroia

10/08/2024
Corigliano d’Otranto, Lu Mbroia.

All’Art&Lab Lu Mbroia in Via Vicinale di Sternatia a Corigliano D’Otranto prosegue la rassegna Sinfonie rurali. Sabato 10 agosto (ore 21:30 – ingresso con contributo associativo 15 euro), per l’ormai tradizionale appuntamento con Le Notti di Perseo, spazio ai Radiodervish. La band formata da Nabil Bey (voce, chitarra, bouzouki, bendir), Michele Lobaccaro (chitarre, basso, cori), Alessandro Pipino (tastiere, fisarmonica, clavietta, cori) proporrà, tra gli altri, i brani di Cuore Meridiano (Cosmasola Edizioni Musicali). Dagli Area a Franco Battiato, passando per lo chansonnier franco-greco Georges Moustaki e il cantautore berbero Idir, nell’Ep, uscito poche settimane fa, i Radiodervish esplorano quattro autori di riferimento. Nella tracklist anche una rivisitazione in chiave più rock di Giorni senza memoria, brano inedito che aveva segnato l’incontro tra la formazione di Nabil Salameh, Michele Lobaccaro e Massimo Zamboni dei CCCP – CSI. Cuore meridiano propone, dunque, quattro canzoni provenienti da autori mediterranei che hanno plasmato l’anima e la sensibilità della formazione pugliese e che rappresentano un messaggio necessario per la nostra epoca. La reinterpretazione, attraverso gli arrangiamenti realizzati con Alessandro Pipino e il contributo di Pippo D’Ambrosio, Andrea Senatore e Adolfo La Volpe, si carica pertanto di nuovi significati rispetto ai tempi attuali, a cominciare dalla rivisitazione di Luglio agosto settembre (nero), un pezzo progressive dall’album manifesto degli Area Arbeit Macht Frei che, attraverso la voce di un palestinese («Canto la mia gente che non vuol morire»), si arricchisce di nuovi rimandi rispetto al genocidio in corso a Gaza. I Radiodervish affrontano un classico del rock progressivo trasformando la versione originale, caratterizzata da una potente carica ritmica e da una complessità musicale, in una composizione che mantiene la propria intensità emotiva attraverso un filtro altrettanto potente, capace di esaltare il carattere politico e di denuncia civile del brano, tanto da far dire a Patrizio Fariselli, fondatore degli Area, «finalmente ascolto una versione personale e coraggiosa del nostro pezzo». Particolarmente emozionante risulta, inoltre, l’intervento del coro di voci bianche che campeggia sul finale con la frase «Giocare col mondo facendolo a pezzi» ripetuta come una filastrocca.

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