Storie terra terra – Teatro, musica e natura @ Corigliano d’Otranto, Lu Mbroia

07/07/2023
Corigliano d’Otranto, Lu Mbroia.

Tra musica e teatro prosegue nel week end la programmazione dell’Art&Lab Lu Mbroia di Corigliano d’Otranto. Venerdì 7 luglio (ore 21:30 – contributo associativo 8 euro) secondo appuntamento della rassegna “Storie terra terra – Teatro, musica e natura”, nata dalla collaborazione tra Ura Teatro e Lu Mbroia. L’attore Riccardo Lanzarone e la polistrumentista e compositrice Giorgia Santoro proporranno il concerto/spettacolo “A Demetra. Inno Omerico”, tratto dall’edizione curata a tradotta da Alessio Torino per la casa editrice Contrasto. Demetra è la divinità dell’agricoltura e della maturità. Nell’inno si assiste al rapimento della figlia Persefone da parte di Ade, il dio dei morti, e al distaccamento della dea inconsolabile dall’Olimpo. Demetra incomincia a vivere nella Terra come una mortale, sotto le sembianze di una vecchia. Trovatasi nei pressi di Eleusi, viene accolta alla reggia di Re Celeo dalle sue figlie, le quali la invitano ad accudire il piccolo Demofonte, ultimo genito del re. La traduzione di Alessio Torino permette di riflettere anche su uno degli aspetti che più coinvolge l’umanità in questo preciso momento storico, un preoccupante cambiamento climatico. Demetra decide di punire la terra: da allora non avrebbe dato più frutti. Alla fine, costretto a cedere alle suppliche dei mortali e degli stessi Dei, Zeus chiede a Ade di liberare Persefone e di farla andare dalla madre che, non appena rivede la figlia, fa tornare la terra fertile e il mondo riprende a godere così dei doni della natura. Lo sguardo e il commento di Alessio Torino aiutano a ripensare, con occhio contemporaneo, il rapporto con la natura, fatto da sempre di attese, speranze e domande spesso senza risposta. La voce recitante, in questo viaggio, è uno strumento, che si lascerà guidare dalla strada sonora creata dall’atmosfera musicale. L’obiettivo è quello di poter arrivare a tutti, di rompere il muro di paura che, spesso il lettore porta con sé quando si trova davanti a un opera del genere. La traduzione contemporanea e la recitazione asciutta consentono lo spettatore di godere di uno dei trentaquattro Inni Omerici, con la sensazione che quelle vicende risalenti al VII-VI secolo a.C. ci parlano ancora e ci appartengono più di quanto possiamo immaginare.

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